LA LAZIO DI QUEST'ANNO COME QUELLA DI CRAGNOTTI?

lunedì 6 ottobre 2008

Lazio: il Lecce frena lacorsa bianoceleste. Inzaghi in gol dopo 4 anni

"Avremmo meritato la vittoria". All'indomani del pareggio interno contro il Lecce il presidente della Lazio Claudio Lotito commenta così il risultato con la formazione pugliese: "Abbiamo tentato in tutti i modi di ottenere il risultato pieno, ma non ci siamo riusciti. Il calcio è fatto anche di episodi e, quando gli episodi non sono favorevoli, non si riesce a raggiungere il risultato anche se si esprime un’ottima qualità di gioco. Certezze nel calcio non ne esistono, ma io ho allestito una squadra nella consapevolezza che potesse giocarsela alla pari con tutti. Mi auguro che mantenga questa compattezza, questa determinazione e questa umiltà. E alla fine faremo il consuntivo".

Da parte sua il ct Delio Rossi non si aspettava che a risollevare la partita ci avrebbe pensato Inzaghi, l'attaccante che più di tutti era rimasto in ombra. «Sono felice per Simone, anche perchè è un ragazzo d'oro, si è sempre fatto volere bene dalla gente. Noi avevamo fatto delle scelte e il nostro rapporto è stato chiaro fin dall'inizio. Io non guardo le carte d'identità, guardo chi gioca meglio e devo dire che a oggi Simone è l'unico dei miei attaccanti che può rubare palla e segnare così».

Simone Inzaghi, da emarginato a salvatore della Lazio: va a segno in campionato dopo oltre 4 anni, visto che con il gol al Lecce ha rotto un digiuno che durava in serie A dall'1-1 con la Reggina del 19 settembre 2004, quando trasformò il rigore del momentaneo 1-0. Un gol da dedicare innanzitutto a se stesso: «E' un gol che dedico a me stesso e a mio zio che questa settimana ci ha lasciati. Mi sono allenato, ho lavorato 2 mesi in silenzio, non ho mai mollato e questo gol mi ha ripagato. Stasera pensavo anche di entrare prima, per dare una mano ai miei compagni. Sono contento perché non meritavamo sicuramente di perdere. E' un buon punto, ma dobbiamo già guardare alla prossima partita perché oggi credevamo di vincere».

Spalletti: la "mia" Toscana sempre più stregata

Siena perfetto e Roma al tappeto.
Otto mesi dopo i bianconeri bastonano ancora i giallorossi al “Franchi”, disputando una gara esemplare nell’interpretazione e dal punto di vista del carattere.

L’intelligenza tattica di Giampaolo impedisce alla squadra di Spalletti di sviluppare il proprio gioco e sfrutta alla perfezione gli spazi che gli avversari si lasciano alle spalle quando si spingono in attacco.
Frick, autore del gol partita, ma anche Maccarone e Kharja sono minacce costanti con Doni.

Il pressing altissimo dei centrocampisti toglie alla mediana della Roma anche il respiro, Baptista resta stritolato tra i centrali di difesa e gli esterni Taddei e Menez funzionano solo a intermittenza.

Quando poi la contesa si fa nervosa la squadra di Spalletti perde un po’ la testa, resta prima in dieci e poi in nove. Puniti dall’arbitro Mexes e Panucci. A quel punto il Siena non commette l’errore di rilassarsi, ma tiene alta la tensione fino in fondo portando a casa un successo pesantissimo per la sua classifica.

Del giocattolo di Spalletti funziona ben poco: non c’è gioco senza palla, manca la velocità, di sovrapposizioni e passaggi nello stretto neanche a parlarne. E così la squadra si affida ai lanci lunghi e a un possesso palla che senza guizzi diventa monotona ripetizione di un compitino che il Siena ha buon gioco a correggere. A suo favore, ovviamente.

Un disastro totale non solo per una sconfitta che la relega in maniera preoccupante nella parte bassa della serie A ferma a quota sette punti, ma anche perché conferma il trend negativo in trasferta: tre sconfitte su tre. Troppe se si pensa che lo scorso anno erano state complessivamente quattro in tutto il campionato.
E le cattive notizie non finiscono qui. Al rientro dopo la pausa il 19 ottobre dovrà affrontare proprio l’Inter capolista.

«Giocare contro squadre organizzate non è mai faclie, complimenti al Siena perché ha fatto una partita giusta - ha detto il tecnico della Roma - fino al gol del Siena non siamo andati male. Nel secondo tempo ci abbiamo provato, eravamo in partita. Loro sono stati bravi nelle ripartenze, poi dopo il gol è stato tutto più difficile».

venerdì 3 ottobre 2008

CRAGNOTTI A LOTITO: TENERE I PIEDI PER TERRA

Tutto era partito da una conferenza stampa in cui Delio Rossi aveva espresso un auspicio per il futuro: "Dobbiamo riaprire un ciclo che porti la Lazio dove ha dimostrato di potere stare. Sto parlando della Lazio di Cragnotti". Le parole del tecnico biancoceleste, poi, sono state riprese ieri dal presidente Claudio Lotito che non ha avuto problemi ad ammettere, a Vocidallolimpico.com, che, secondo lui, "questa Lazio è forte come quella di Cragnotti. Posso dire con certezza che la qualità di gioco che esprime questa squadra è simile a quella di allora".

Per completare il quadro mancava il parere di chi quel ciclo di vittorie straordinarie lo ha vissuto sul ponte di comando: lo stesso Sergio Cragnotti. L'ex patron della Lazio, in grado di portare nel 2000 il secondo scudetto laziale a Roma, ha parlato questa mattina ai microfoni di Rds e ha giudicato prematuro il confronto: "Credo - ha detto - che il paragone con la Lazio dei miei tempi sia tutto da dimostrare. L'inizio con successo non può rappresentare la continuità o quello che sarà il domani. Certo, speriamo che tutto continui, ma per adesso ancora deve esprimersi a grossi livelli. E' un giudizio troppo prematuro".

Eppure, qualcosa di simile c'é. Come allora a trascinare la squadra ci sono diversi argentini. Uno su tutti: Mauro Matias Zarate. "E' vero - ha ammesso Cragnotti - c'é questo ragazzo bravo. A me ricorda molto Signori, che saltava l'uomo, tirava da tutte le parti e segnava sempre". "Io mi auguro che la Lazio rientri nel giro internazionale, Uefa o Champions League - ha poi aggiunto l'ex presidente -. La tifoseria merita di tornare a grandi livelli. Poi se questo deve rappresentare un anno di transizione per un crescendo nel futuro ben venga, significherebbe che è iniziato un nuovo ciclo".

L'ultima battuta, però, non poteva che essere indirizzata al suo successore: "Un consiglio a Lotito? Di rimanere con i piedi per terra, di non fare tanti proclami ma di essere concreti. E' importante guadagnarsi la vittoria domenica per domenica e non pensare che sia iniziato un ciclo di vittorie, altrimenti ci si può distrarre. Mi auguro che il ciclo continui ma allo stesso tempo che ci sia tanta umiltà".

giovedì 2 ottobre 2008

(Esclusiva) LOTITO: QUESTA LAZIO COME QUELLA DI CRAGNOTTI

“Questa Lazio è forte come quella di Cragnotti”. Lo ha detto il presidente della Lazio Claudio Lotito a Vocidallolimpico.com, il blog della nuova trasmissione di Retesole.

“Anche se non posso fare paragoni - ha detto - posso dire con certezza che la qualità di gioco che esprime questa squadra è simile a quella di allora. Siamo tra i pochi a poter dire di giocare veramente a calcio, perché il pallone è per tutti e il gioco per pochi, comunque dico che fare risultati e giocare a calcio sono due cose diverse”.

Lotito è anche tornato sul riscatto di Zarate “che non è stato mai messo in discussione. E’ scontato che l’anno prossimo giocherà con la maglia della Lazio. Non sta scritto da nessuna parte che non lo riscatteremo. Non capisco perché mi fate tutti questa domanda.” Il numero uno biancoceleste ha parlato anche dell’Inter di Mourinho “che – ha detto – non fa paura e non ammazzerà questo campionato. Noi ce la giochiamo con tutti e non abbiamo paura di nessuna squadra compresa la Roma in rimonta. Per Lotito inoltre l’obiettivo di quest’anno è “quello di vivere alla giornata pur non temendo nessuno”.

Sul rapporto con la tifoseria il presidente ha spiegaton che “il tifoso sano è sempre stato dalla mia parte, e se quest’anno c’è un clima più “sereno” non penso sia dovuto ai buoni risultati. Ricordo che anche quando finimmo il campionato al terzo posto c’era chi criticava solamente, ossia gente che non aveva la Lazio del cuore. Poi è normale che nei momenti di rottura si creino sistemi di difesa”. Infine una considerazione sulla sfida di sabato: “il Lecce è una squadra ostica e penso che bisognerà fare molta attenzione”.

lunedì 29 settembre 2008

Roma vittoriosa...pensando a Bordeaux

"Oggi la squadra è stata quasi perfetta".
Luciano Spalletti è soddisfatto per la vittoria della sua Roma sull'Atalanta (2-0), ma anche e soprattutto per la prestazione dei suoi ragazzi che, seppur in grande emergenza, sono riusciti a vincere una partita importante.

"Dobbiamo ritrovare tranquillità anche durante le partite - spiega Spalletti - per rifare in campo quello che riuscivamo a fare prima, anche se oggi la squadra è stata quasi perfetta. Adesso andiamo a Bordeaux per un'altra gara importante e arrivarci dopo una vittoria ti dà quel qualcosa in più che sotto l'aspetto morale può fare la differenza. Quando sei abituato a vincere e poi non ci riesci, ti ritrovi in difficoltà perchè non è facile lavorare per ricreare quell'entusiasmo necessario a far bene".

Un pò di entusiasmo lo ha sicuramente ritrovato Mirko Vucinic, suo il gol del 2-0 e per il montenegrino anche l'abbraccio di Spalletti al momento del cambio. "Ha passato un momento particolare, non riusciva a segnare ed era teso, ha fatto un gol bellissino ed è importante perchè quando un attaccante non segna diventa tutto più difficile". E per Vucinic è una rete importante anche in chiave Champions League perchè a Bordeaux Totti quasi sicuramente non ci sarà.

Spalletti parla anche della polemica scoppiata ieri sulla presunta lite tra lo stesso tecnico e la società per la campagna acquisti. L'allenatore della Roma ribadisce che non c'è stata nessuna riunione e poi conferma: "Abbiamo fatto la campagna acquisti insieme, alcune scelte sono state spinte più da me altre dalla società, ma tutte sono state fatte per il bene del gruppo, anche se a volte certe scelte vengono imposte dal mercato. Noi avevamo fatto una scelta (il riferimento è a Mutu, ndr), non è andata a buon fine e abbiamo dovuto fare altro. Pradè aveva cercato di prendere Amauri, ma poi si sono inserite altre società e non è arrivato. Shevchenko? In estate sono stati fatti tanti nomi".

Anche Rosella Sensi è tornata sull'argomento. "Litighiamo tutti i giorni, lo posso confessare", ha detto scherzando il presidente giallorosso che poi seriamente ha aggiunto: "Non devo giustificare cose che non esistono - ha spiegato il presidente - non esiste il problema, sta a voi crederci o meno, noi siamo sereni e questo lo dico solo per i tifosi".

Zarate: "Lazio da scudetto"

La Lazio può vincere lo scudetto. Parola di Mauro Zàrate.
Si accende l’entusiasmo tra i tifosi biancocelesti, che dopo la vittoria per 3-1 sul Torino già sognano il tricolore.

Era dall’annata 1974/75 che la Lazio non occupava la vetta della graduatoria dopo 5 giornate giocate. La squadra di Delio Rossi ora è sola in testa alla classifica. Un primato targato Pandev e Zàrate, che zoppica un po’ con la lingua italiana ma se la cava magnificamente con il pallone tra i piedi. Grazie alla doppietta di ieri, l’argentino capocannoniere arricchisce il suo bottino personale: 6 i gol realizzati finora.

Il presidente Lotito, che per ora l’ha preso in prestito, si è affrettato a garantire che lo riscatterà.
Come ha sinceramente ammesso Delio Rossi nel dopo partita ( Se credevo in Zarate? Sì e no, una via di mezzo»), l’unico in casa Lazio ad aver decisamente puntato sull’argentino è stato proprio il presidente, che ha assecondato le scelte dell’allenatore, a costo anche di dolorose rinunce.

La vetta della seria A attende ora conferme dalla partita casalinga di sabato prossimo contro il Lecce.

Il mister preferisce tenere i piedi per terra: "Essere in testa alla classifica mi rende orgoglioso, fermo restando che ci deve dare solo la forza per poterci migliorare".
Non è da meno il presidente Lotito che al termine della vittoria dei suoi, si sforza di mantenere un profilo basso: “Io pretendo umiltà e spirito di sacrificio. Se manterremo questi valori, potremo arrivare lontano”.

Tuttavia è davvero difficile frenare gli entusiasmi quando tutto gira per il verso giusto e la squadra vince, a suon di gol e spettacolo.

giovedì 25 settembre 2008

Luciano Spalletti: "arbitraggio scandaloso" E' di nuovo buio in casa Roma

Non è facile per Luciano Spalletti commentare la sconfitta rimediata contro il Genoa. La delusione è tanta, la voglia di parlare poca.

Dopo i segni di risveglio contro la Reggina i giallorossi ripiombano nella crisi ed il tecnico toscano, scostandosi dalla consueta abitudine di non commentare gli episodi arbitrali, se la prende con l'arbitro Brighi, reo in particolare di aver annullato a Panucci la rete del 2-2, per un fuorigioco che le immagini televisive hanno dimostrato essere inesistente.

"E' un errore grave, certo avrebbe cambiato l'esito della gara - ha detto Spalletti - I miei calciatori non li incolpo di nulla, sono stati sempre in partita anche se hanno commesso qualche ingenuità . Non stiamo passando un periodo positivo ma questa volta la sconfitta non dipende da loro. L'evidenza è clamorosa, non sono i venti centimetri su cui si può discutere, stavolta si parla di tre metri".

Spalletti spiega il perchè questa volta ha deciso di commentare l'operato dell'arbitro. "Io passo sempre sopra gli episodi ma questa volta no. E' troppo clamorosa, non mi lamento mai ma questa volta rischio di passare da co...ne". Felicissimo invece il presidente del Genoa Enrico Preziosi. Dopo aver fermato il Milan, adesso si gode la vittoria sulla Roma. "Era più difficile di quanto può sembrare adesso - ha detto - La Roma è una grande squadra ma il Genoa ha giocato davvero bene e alla lunga ha meritato".